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Chi ha fondato Google? Quando? Come? Perchè Tanto Successo?

19-07-2022
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Google il motore di ricerca che ha rivoluzionato il web

Indice Articolo

 

Un tempo tutto era analogico. La tv, l’orologio, il videoregistratore, la macchina fotografica e per cercare una pizzeria, un idraulico esistevano le Pagine Gialle.

Te le ricordi?. E adesso invece?.
Hai un dubbio?, una curiosità?, un bisogno?. Qual è la prima cosa che fai se non andare su Google?.
“Ragazzi, pizza stasera?. Ok Google, trova ristorante nelle vicinanze!”.
“Mi sono perso!. Ok, Google, riportami a casa!”;
“Fammi sentire un po' di musica per l'allenamento";
"Com'è il traffico per andare al lavoro?";
"Scrivi a Marco che sto arrivando";
“Chi ha fondato Google?. Ok, chiedo a Google”.

Google è il più famoso motore di ricerca del web.

Pagina bianca, molto minimalista, senza fronzoli.
È così che ci appare quando, inserendo qualsiasi cosa ci stia passando per la testa, con un semplice clic, in pochi secondi dinanzi ai nostri occhi si apre un intero mondo di “conoscenza”.
Fino a pochi anni fa tutto questo sembrava fantascienza, oggi invece è la “normalità.

motore ricerca

Basta poco per rendersi conto di quanto potere economico, sociale, culturale, tecnologico abbia ormai acquisito questa azienda.
Per molte persone, poco esperte di web marketing o SEO, la diffusione di questo prezioso motore di ricerca è tale che Google e Internet arrivano praticamente a essere sinonimi.

Ma come ha fatto questo motore di ricerca a raggiungere tanto successo?. Da dove è iniziato tutto?. E soprattutto, chi ha fondato Google?. Scopriamolo insieme.

Chi ha Fondato Google?

Il motore di ricerca più famoso del web, senza il quale ci sentiremmo come dei naufraghi dispersi nell’immenso mare di informazioni di internet, nasce nel 1997 dall'idea di due giovani tecnomani dell'Università di Stanford: Larry Page e Sergey Brin.
Ancora una volta Stanford come fucina di inventiva e talento. Anche questa volta è di scena la storia di un incontro che unisce due personalità con menti visionarie capaci di rivoluzionare per sempre il mondo del web.

Larry Page e Sergey Brin

Larry Page

Un predestinato. Umile e tranquillo ragazzo del Midwest, figlio di un docente universitario di informatica dell’Università del Michigan e di un’insegnante di programmazione con un master in informatica, crebbe masticando musica, riviste di scienza e computer. In un’intervista, parlando della sua infanzia, ammette di dover parte della sua curiosità e inventiva proprio a quell’ambiente domestico molto stimolante in cui è cresciuto.

Sergey Brin

La storia di Sergey è decisamente più “movimentata”.
Studente di origini russe di bell’aspetto, è quel tipo di persona che ha sempre la risposta pronta.
Mancato astronomo (suo sogno da bambino), cresciuto in un piccolo e modesto trilocale nel centro di Mosca, arriva negli Stati Uniti all’età di 6 anni insieme ai suoi genitori (entrambi matematici) nel pieno clima di tensioni tra Russia e USA. Sergey più volte ha ringraziato i suoi genitori per la scelta coraggiosa di abbandonare la Russia nel periodo storicamente più complicato, e ha sempre manifestato loro una profonda gratitudine.
Negli Stati Uniti decise di frequentare Matematica e Scienze informatiche, per poi iscriversi a
Stanford, dove incontrò Larry Page.

Incontro Page e Brin

Si racconta che i due ragazzi si conobbero nel 96, durante una visita guidata a San Francisco per futuri studenti di Stanford. A condurre la visita era proprio Sergey, uno dei dottorandi più giovani e brillanti.
Larry invece era uno dei nuovi studenti presenti quel giorno alla visita.
Fu proprio Larry ad aver avuto quella intuizione geniale destinata a trasformare la ricerca in qualcosa di unico.

La sua idea, molto semplice, partiva da due considerazioni: il web era costantemente
coinvolto in una gara di popolarità sul suo stesso contenuto e che il numero di volte che una pagina web era citata da altri siti attraverso un link ne indicava l’utilità o la rilevanza.

Sebbene prima di Google i motori di ricerca stessero riscuotendo grande successo, si stavano
trasformando purtroppo in qualcosa di diverso da ciò che erano all’inizio perché avevano perso di vista quello che in passato aveva richiamato gli utenti, cioè la necessità di trovare informazioni in un web in continua espansione. In altre parole i motori di ricerca avevano smesso di fare ricerca.
Passare anche un’intera giornata a digitare svariate combinazioni di parole per trovare quello che si cercava, portava ad avere come risultati perlopiù link a siti che cercavano di vendere prodotti indesiderati e fin troppo spesso spazzatura. Ci voleva un modo migliore per fare ricerca nel web.

Doveva esistere un modo!.

Google non è il primo motore di ricerca in assoluto: i due inventori, però, furono più bravi di altri a scoprire un modo per rendere più efficace, veloce e completa la ricerca.

Il loro punto di partenza...
Google misurava l’importanza di una pagina dai voti che riceveva. In altre parole, quando si era cliccato 15 milioni di volte sul link a un sito su Stanford, significava che un numero molto elevato di persone lo aveva trovato utile mentre un altro sito sul cui link si era cliccato 10 volte, non aveva quasi attirato attenzione.

Questa scoperta portò Page e Brin a trarre una prima conclusione: per trovare i
siti più rilevanti, bisognava contare i link.

L’intuizione sul conteggio dei link era semplice ma geniale e sarebbe diventata la chiave dello
straordinario successo di Google.
Secondo Page e Brin le pagine citate da un maggior numero di link potevano essere considerate le più importanti e autorevoli. Ecco perché Google, ad oggi, continua a dare sempre dei risultati attendibili.
L’obiettivo, fin dall’inizio, fu dunque quello di fornire le risposte più corrette alle persone che
facevano delle ricerche online.

Chi si occupa di SEO sa benissimo che ancora oggi è questa la missione di Google che, con i suoi algoritmi sempre più avanzati, continua a premiare con le prime posizioni, i contenuti migliori e a penalizzare, invece, quelli di scarso valore e utilità.

“ Organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e utili”.

Questo è sempre stato il loro unico obiettivo, la loro missione più grande.
Le imprese di successo cominciano spesso con obiettivi molto audaci e non vi è dubbio che l'intento di Google di organizzare il mondo dell’informazione e renderlo utilizzabile fu, per quell’epoca, molto audace ma, al tempo stesso, anche qualcosa di straordinariamente innovativo.

I Motivi del Successo di Google

Nel calderone delle idee spesso a vincere è quella che, più di tutte riesce ad offrire risposte concrete a un problema e/o necessità. Così fu per Larry e Sergey.
Semplicità di utilizzo, pertinenza di risultati, interfaccia grafica intuitiva e pubblicità.

Il successo di Google è tutto qui… ma scopriamone insieme i retroscena.
Quando Larry e Sergey lanciarono Google sul sito di Stanford tutti capirono che era qualcosa di speciale. Finalmente un motore di ricerca tornava ad occuparsi di ricerca.
Dal loro piccolo ufficio del campus di Stanford, Page e Brin cercavano di gestire la popolarità della loro straordinaria innovazione. Il traffico su Google era tale che per poco non mise in ginocchio l’intera rete informatica dell’università di Stanford e così i due ragazzi decisero di lasciare il campus e dedicarsi completamente al loro progetto.

Un progetto ambizioso che aveva però bisogno di fondi per evolversi. La loro idea andava venduta.

L’attuale valore di mercato di Google, così come il suo enorme campus nella Silicon Valley e
l’influenza che ha sulla cultura, fanno pensare che gli investitori non vedessero l’ora di scendere in campo, specialmente nel pieno boom delle dot.com.

E invece?. La reazione degli investitori non fu “WOW, CHE BELLA TROVATA!”, quanto piuttosto “SANTO CIELO, NON SARÁ MICA UN ALTRO MOTORE DI RICERCA?”.

Una delle poche voci fuori dal coro degli scettici fu quella di Vinod Khosla, un venture capitalist di grande successo, un guru della tecnologia e cofondatore della Sun Microsystems.

All’epoca Khosla aveva investito nel motore di ricerca Excite e pensò che se Excite avesse acquistato e concesso la licenza a Google, questo avrebbe rappresentato un vantaggio sul loro più accanito rivale,

Yahoo che fino ad allora aveva avuto la meglio in ogni battaglia e neutralizzato ogni avversario nella guerra dei portali. E si sa, ogni guerra si vince con le alleanze giuste. Purtroppo, non ci fu alleanza, o meglio, l’amministratore delegato di Excite, George Bell e il suo team, mostrarono molta reticenza, convinti che la ricerca fosse una cosa generica e che in realtà Excite fosse al loro stesso livello. Il rifiuto dunque non fu una questione di soldi (all’epoca Google costava poco e avrebbero potuto acquistarla per 1 milione di dollari, noccioline per la Silicon Valley).

L’azienda aveva appena voltato le spalle al più grande affare di tutti i tempi. C’è da dire però che nessuno immaginava che si potesse fare fortuna con la ricerca.

Nessuno pensava che la ricerca sarebbe diventata una miniera d’oro.
Excite non fu il solo a sottovalutare il potenziale di Google. Tutti i motori di ricerca della Silicon Valley lo respinsero categoricamente.

Larry e Sergey erano disperati e amareggiati perché sapevano di avere tra le mani qualcosa di grosso ma in molti non la pensavano come loro. I due ragazzi si rivolsero così ad un professore di Stanford che era anche un imprenditore seriale, David Cheriton che lavorava con un noto investitore delle Silicon Valley, Andy Bechtolsheim.

Fu Andy Bechtolsheim a staccare per primo un assegno di 100.000 dollari senza neanche pensarci.Un gesto rischioso, ma è così che funziona alla Silicon Valley. È per questo che gli investitori della prima ora si chiamano “angeli”. Il loro mestiere è rendere possibile piccoli miracoli.
Da lì a poco, in molti si accorsero della potenza di quella rivoluzionaria invenzione.

Un ultimo passo: trasformare Google in un affare redditizio

Larry e Sergey con la loro invenzione stavano risolvendo il problema più complicato di internet ma occorreva trovare il modo di far rendere questa attività. Anche perché, gli investitori chiedevano profitti.

Ogni mese le casse di Google si alleggerivano e di lì a poco le risorse depositate sarebbero finite.
La soluzione più ovvia era quella di seguire le orme di Yahoo e Excite e cioè inserire annunci pubblicitari.

Larry e Sergey però non tolleravano l’idea che Google si trasformasse in un ennesimo caotico portale con siti tappezzati di banner, pop up lampeggianti e altre cose di questo genere che non portavano alcun beneficio all’utente.

Per loro la gente doveva vivere un’esperienza fantastica e anche gli annunci pubblicitari
dovevano avere un senso.

altavista

Sia chiaro, i due ragazzi non erano contrari alla pubblicità, ma volevano che rispecchiasse l’utente e che fosse organizzata meglio, ma non sapevano come fare… almeno fino a quando, con una mossa controversa, trovarono una soluzione al loro problema alla maniera della Silicon Valley, cioè copiando da qualcun altro.


Quel qualcuno era Bill Gross che gestiva a Los Angeles una piccola azienda di nome “Idealab”, incubatore di innovazioni e start up di alta tecnologia.
Fu proprio Gross a risolvere l’enigma della pubblicità online e a offrire indirettamente a Google la sua ancora di salvezza.

L’intuizione di Gross fu semplice ma geniale: quando qualcuno digitava una parola, non solo diceva al mondo cosa gli interessava, ma spesso comunicava anche che cosa gli interessava comprare.

Gross aveva capito che se si digitavano le parole “Bob Dylan” come minimo si stava
dicendo che si voleva avere qualche informazioni su di lui, ma forse anche che si voleva comprare il suo nuovo album. Bill Gross, prima di qualsiasi altro, capì che un motore di ricerca poteva essere lo strumento più efficace per le ricerche.

Le “parole chiave” erano destinate a diventare il futuro di questo settore.

Quando una persona digita una parola chiave nel motore di ricerca, si apre una enorme finestra sulle sue intenzioni del momento che possono diventare preziose. Gross, all’epoca, era convinto di poter vendere le parole chiave agli inserzionisti perché era così che funzionavano le pagine gialle.

Nel 1998 Gross fondò un sito basato su parole chiave e link sponsorizzati che sarebbe diventato famoso come Overture.

Il successo fu immediato. Gross non sapeva però che nella Silicon Valley qualcuno stava
osservando le sue mosse e che Google avrebbe visto nella sua idea la soluzione al proprio dilemma.

Google lanciò infatti un servizio chiamato Adwords, stranamente simile a quello di Overture. Gross denunciò Google per quella appropriazione sospetta ma le parti si riconciliarono in via informale e Gross fu ben felice di ottenere una buona fetta del patrimonio azionario di Google.

Google rivisitò l’idea di Gross in tanti modi ma soprattutto separando gli annunci pubblicitari dai cosiddetti risultati organici della ricerca.
Questo, ancora oggi, rappresenta uno dei più importanti plus di questo motore di ricerca. Infatti, questa soluzione creava beneficio non solo agli utenti che evitavano così di districarsi in siti che ricordavano il traffico delle grandi città all’ora di punta, ma anche agli inserzionisti che avrebbero così visto aumentare il loro volume di affari.

Google non aveva solo spianato la strada per il proprio successo commerciale, ma aveva anche gettato le basi per il decollo degli annunci pubblicitari. D’un tratto con Adwords, chiunque avesse voluto vendere i propri prodotti online, avrebbe avuto a disposizione un mezzo di provata efficacia per accedere al mercato globale.

Nasceva così la Internet Economy e Google divenne decisamente uno dei suoi attori principali.

Che Mondo sarebbe senza Google?

Che mondo sarebbe senza Google, te lo sei mai chiesto?. Saresti capace di immaginare, per qualche secondo, la tua vita senza Google?. Sarebbe strano, non credi?.
Google sembra essere diventato un’estensione del nostro cervello, un compagno della nostra
quotidianità.
Google non è un motore di ricerca. Google è il motore di ricerca. Anzi, per molti Google è Internet.
Se è vero che ormai siamo abituati a vivere affidandoci sempre di più alla tecnologia, è altrettanto vero che, dalla consultazione del meteo, alla ricerca delle indicazioni stradali, non c’è cosa che Google non sappia.

Ci viene quasi naturale aprire il browser del nostro cellulare o computer e avere
tutte le soluzioni a portata di mano con un semplice clic.
Google è la pubblica piazza dove la conoscenza è gratuitamente accessibile a tutti e dove tutti possono esprimersi.

Prodotti come YouTube, Chrome e Gmail offrono l’opportunità di comunicare, imparare,
trovare risposte alle proprie curiosità e condividere le proprie idee.
Dagli strumenti di ricerca ai servizi pubblicitari, dalle applicazioni desktop a quelle mobile, dagli
strumenti di comunicazione e pubblicazione a quelli di sviluppo, quanto Google fa parte della tua quotidianità?. Ci hai mai pensato?. A quanti dei suoi prodotti e servizi riuscireste a rinunciare?.

prodotti google

Il sistema operativo Android

Senza cellulare oggi sei fuori dal mondo!.
Se prima lo smartphone (chiamato semplicemente telefonino) era un dispositivo tecnologico usato essenzialmente per telefonare, oggi è divenuto il prolungamento del nostro corpo e lo usiamo per fare qualsiasi cosa: chiamare, lavorare, cercare intrattenimento.
Il sistema operativo Android è uno dei figli di Google ed è tra i tre colossi OS più utilizzati.

Google Chrome

Non posso non citare il browser Chrome, il più utilizzato dagli utenti su computer e smartphone (già installato su mobile con sistema operativo Android).
Perché lo si utilizza?. C’è una semplice parola per descriverlo: velocità!.

Google Play Store

Google Play Store è un servizio utilizzato come una sorte di negozio di app, film, musica,
dispositivi pubblicati tramite Google. Come farne a meno?.

Google Maps

Io non conosco nessuno che, al giorno d’oggi, non abbia utilizzato, anche solo per una volta, le mappe di Google. Aggiornamenti e miglioramenti continui, hanno fatto di Maps uno strumento indispensabile per pendolari, viaggiatori e turisti in generale.

Quali i bisogni a cui ha dato risposta Google con questo strumento?

  • Informazioni sui tempi di percorrenza di un viaggio;
  • informazioni sui possibili disagi a livello urbano (es. lavori in corso, mezzi pubblici etc);
  • informazioni sulle diverse opzioni di transito.

Inoltre, a Google Maps sono correlati anche altri progetti molto interessanti:

  • My Maps: dove possono essere create mappe personalizzate;
  • Local Guide: dove gli utenti possono recensire e aggiungere luoghi sulle mappe di Google. Il programma permette anche di guadagnare dei punti e in cambio Google offre, ad esempio, 1 terabyte di cloud su Google Drive.
  • Street View: la visualizzazione a 360° di numerose località nel mondo;
  • Google Moon, Google Mars e Google Sky: che permette di visualizzare le mappature delle terre lunari, del pianeta Marte e dell’intero spazio;
  • Google My Business

Riuscireste mai a rinunciare a Google Maps?

Google Drive

Gli utenti business difficilmente sarebbero disposti a fare a meno di questo servizio di Cloud che permette di usufruire gratuitamente della progettazione, creazione, consultazione e condivisione di documenti elettronici word, fogli di calcolo excel, presentazioni online.
Con Google Drive, sia da mobile sia da Pc, l’utente business sa di poter avere sempre a portata di mano il proprio lavoro.

Google Mail

Superati gli anni delle lettere scritte a mano e imbucate nella cassetta della posta, con Google Mail si ha a disposizione un servizio di posta elettronica del tutto gratuito. Quali i suoi plus?. Abbondanza di spazio di archiviazione e interfaccia molto intuitiva basata sulla ricerca.
Non mi dire che non hai mai inviato una mail con Google Mail?.

Google Traduttore

Traduzione automatica multilingue. Questo è il servizio offerto da Google.
Non ti è mai capitato di voler capire, per curiosità o per necessità, il senso di una frase in una lingua a te poco nota?. Cosa hai usato?.

Google Fonts

Poteva mai mancare una libreria online in cui cercare e scaricare gratuitamente Font utilizzabili nella maggioranza dei programmi grafici?. Certo che no!.
Google Fonts è un servizio usato soprattutto da grafici e professionisti del web, ma, la sua interfaccia semplice e la sua facilità d’uso, lo rendono fruibile a tutti gli utenti che sono alla ricerca di un font per i propri progetti.

Google Calendar

In una vita sempre più frenetica, in molti hanno la necessità di appuntarsi le cose per non dimenticarle.
Google questo lo sa e crea Google Calendar, un servizio dove si possono aggiungere rapidamente eventi ai calendari personali, tramite il proprio smartphone o con la versione desktop.

Google Assistant

Degno competitor della famosissima Siri di casa Apple, Google Assistant è l’assistente virtuale, sviluppato da Google, che interagisce con l’utente ed è pronto ad aiutarlo quando e dove ne ha bisogno.

Con semplici comandi vocali, Google Assistant ti aiuta a gestire i tuoi impegni, risponde
ai tuoi bisogni di curiosità permettendoti di fare ricerche su internet, ti consente di
programmare eventi e sveglie, effettuare chiamate e trascrivere messaggi.
Basta un “Ok Google”, e l’assistente entra in azione. Insomma, un aiuto quando serve, ovunque tu sia.
Come riuscire a rinunciare ad un assistente così?.

Google Home

Paragonato ad Alexa (prodotto da Amazon), Google Home ha lo scopo di controllare tutti i
dispositivi smart home connessi (luci, videocamere, termosifoni e molto altro) semplicemente con un comando vocale. La nostra vita non è mai stata così smart, non credi?.

YouTube

Conosciuta come piattaforma per i video (e acquisita da Google nel 2010), Youtube è molto di più.
Dalla condivisione alla visualizzazione di video clip, trailer, cortometraggi, notizie e altri
contenuti, Youtube porta al centro del suo spazio l’utente lasciandogli la possibilità di creare
contenuti, di votare, commentare, segnalare.
Lo sapevi che YouTube è il secondo sito web più visitato al mondo dopo Google?.

Google ha dunque pensato proprio a tutto: ricerca, intrattenimento, strumenti per il lavoro,
applicazioni mobile, hardware e tanto altro.
Ad oggi, saremmo pronti a fare a meno della sua versatilità, innovazione e creatività?. Chissà….
Ammetto però che, sebbene la Google mania sia dirompente, c’è anche una discreta fetta di Google
fobia che cresce.
Chi soffre maggiormente della google fobia sono i timorosi della privacy, preoccupati dalla grande quantità di informazioni conservate nei database di questa macchina capitalistica, quotata in borsa, dall’ingranaggio perfetto che continua a prosperare grazie al connubio tra ricerca e pubblicità e che, nonostante l’enorme successo, non dorme sugli allori. Google sa che nel settore tecnologico stare fermi equivale al suicidio commerciale.

Ecco perché ha investito e continua ad investire in
innumerevoli progetti affondando il dito in qualunque torta sia alla sua portata e offrendoci ogni volta un pezzo a cui difficilmente, ad oggi, sappiano dire di no

PER UN WEB A PORTATA DI TUTTI

Google non è un’azienda convenzionale e non intende diventarlo.
Il suo campus rispecchia lo stile dell’era delle dot.com: mensa gratuita, poltrone comode e scooter elettrici.

Nonostante sia tra le aziende più ricche d’America, i suoi fondatori si sono sempre prodigati
per evitare che fosse percepita come un famelica azienda cerca profitto (cosa che successe invece a Microsoft nei suoi anni d’oro).
Che stia fotografando strade o digitalizzando tutti i libri del mondo o creando il più grande deposito di filmati video on the cloud, Google rimane un fenomeno tecnologico incredibile eppure il suo futuro poggia su un qualcosa ancora di molto poco scientifico: la fiducia. La fiducia che stia tenendo i nostri
dati al sicuro dagli hacker, la fiducia nel fatto che non ne facciano un uso improprio e in definitiva la fiducia che Google sia all’altezza del suo motto: “Non fare del male”.

Curiosità

Perchè il nome Google?


Google è una storpiatura della parola googol, un numero intero esprimibile con 1 seguito da 100 zeri.

Page e Brin avrebbero voluto chiamare il loro motore di ricerca proprio Googol
(perfetto come metafora per indicare la vastità del web) ma, quando cercarono di registrare il
nome, scoprirono che era già stato utilizzato. Decisero così per un nome simile, Google.

Il primo doodle

Il primo doodle di Google fu disegnato da Larry Page e Sergey Brin per giustificare agli utenti
la loro assenza dagli uffici di Google dovuta al famoso Burning Man Festival che ogni anno si
tiene in Nevada. Era il 30 agosto 1998 e Larry e Sergey volevano così comunicare agli utenti
che si trovavano fuori ufficio - al Burning Man, per l'appunto - e che per questo motivo non
avrebbero potuto risolvere problemi tecnici.
L’idea ebbe così tanto successo che i Google Doodle divennero un appuntamento ricorrente.
Oggi Google dispone di una squadra di creativi, grafici e web designer impegnati proprio
nella creazione dei giochi e delle immagini animate.

primo doodle google

 

Cammello dipendente di Google

Raffia un cammello di 10 anni è stato arruolato per realizzare la Street View di un' area desertica di circa 60 miglia di diametro.
L'espediente permette di poter "visitare" il deserto proprio come se fossimmo in groppa ad un cammello.

cammello dipendente google

“Mi sento fortunato”.

Un pulsante che piace ma che non rende
Il pulsante "Mi sento fortunato" causa all'azienda perdite per milioni di dollari . Come mai
quindi è ancora lì?. Perché alla gente piace.

Il correttore ortografico di Google

Quando Google introdusse il correttore ortografico con il messaggio “Forse cercavi…”
(nostra fonte di salvezza), il traffico del motore di ricerca raddoppiò.

Le Google goats

Pare che presso la sede centrale di Google, in California, vengano prese in affitto delle capre
per “tagliare” l'erba o meglio mangiarla. Perché una simile scelta?. Ridurre l’impatto
ambientale per l’azienda è sempre stata una priorità da non trascurare.

Google conosce e parla la lingua di Star Trek

Tra le tante lingue disponibili nella home di Google, c’è anche il Klingon, la lingua di Star
Trek.

Le politiche aziendali

Se un dipendente di Google muore, il coniuge o la coniuge ricevono metà dello stipendio per
dieci anni. Google è sempre attento a fare stare bene tutti coloro che contribuiscono (o hanno
contribuito) a rendere Google semplicemente Google.

Bibliografia e Filmogragia

 

Autore Articolo
raffaele conte seo

Raffaele Conte: Consulente Web per le aziende

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